venerdì 18 novembre 2016

ESSERE O NON ESSERE... SOCIAL

Martedì in pausa pranzo ho fatto una ciambella cioccolato e pere.
Martedì sera mi arriva un messaggio.





Praticamente, quando te fotograferesti anche l’aria che respiri, lui ormai lo sa e anche se ti guarda ogni volta come se fossi un alieno, ormai ha perso ogni speranza. 

In casa nostra è normale amministrazione. Io, amo collezionare momenti e condividerli con chi mi circonda. Lui, esattamente l’opposto.

Il mio lato social è sempre stato abbastanza spiccato. 
Ai tempi dei tempi c’erano i gruppi di Yahoo, poi un bel giorno Mark pensò bene di creare Facebook.
Ricordo che mi iscrissi spinta da un’amica che era fuggita oltre oceano, era il modo più semplice ed economico per tenerci costantemente in contatto. 
Lasciarsi poi travolgere è stato un attimo.

Cosa vuol dire essere social?

Per me è una cosa naturale.
Io sono un libro aperto.
Quello che mi succede, quello che so, mi piace condividerlo con gli altri.
Non a caso ho aperto questo blog in cui – che interessi o meno – racconto aneddoti della mia vita.
Scrivere, fotografare... Perché tenersi tutto per sé. 
Confrontiamoci, parliamone, condividiamo.
Io ho fame di sapere, sono curiosa e tante cose che ho scoperto e conosciuto ultimamente sono state grazie ai social.
Che sia un oggetto, un evento, un’idea, io ne parlo.
Se è interessante per me, può esserlo anche per chi mi è amico su Facebook o per chi mi segue su Instagram.

Non ho paura del giudizio degli altri. So che le persone commentano, giudicano.
Ognuno si può fare di noi l’idea che vuole.
Tanto solo una mente ristretta vede tutto ciò solo come un vanto o un mostrarsi a tutti i costi.
E inutile dire, che le cose davvero intime e segrete, ce le teniamo veramente solo per noi.


Detto questo, torno da Lore e Lapo che sbuffano per ogni vano tentativo di fotografarli.
Dietro alle nostre - così apparentemente semplici e spontanee - foto di famiglia, ci sono dietro tanti 

“MAREMMA CHE PALLE CON QUESTE FOTO!”


Buona giornata,

Giorgia

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